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POESIA_MARINA CVETAEVA

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Ai miei versi scritti così presto,

che nemmeno sapevo d’esser poeta,

scaturiti come zampilli di fontana,

come scintille dai razzi.

Irrompenti come piccoli demoni

nel sacrario dove stanno sogno e incenso,

ai miei versi di giovinezza e di morte,

versi che nessuno ha mai letto!

Sparsi fra la polvere dei magazzini,

dove nessuno mai li prese né li prenderà,

per i miei versi,come per i pregiati vini,

verrà pure il loro turno.

Koktebel, maggio 1913

*

Sono felice di vivere in modo semplice ed esemplare –

come il sole, come il pendolo, come il calendario.

D’essere un’anacoreta laica di snella figura,

savissima- come qualsiasi creatura di Dio.

Di sapere: lo Spirito è mio alleato, lo Spirito è mia guida!

D’entrare senza annunciarmi, come un raggio e come uno sguardo.

Di vivere, così come scrivo: in modo esemplare e succinto –

come Dio comanda e come gli amici non prescrivono.

22 novembre 1918

  Marina I. CvetaevaPoesie, Feltrinelli,2011, a cura di Pietro A. Zveteremich

Marina Ivanova Cvetaeva nacque a Mosca nel 1892. Già le sue precoci raccolte di poesie la fecero conoscere come una tra le più grandi voci della poesia russa. Ma la fama venne dai cicli di poesie scritte tra il 1916 e il 1920, pubblicati a Berlino nel 1922. In quell’anno emigrò all’estero. Tornò in Unione Sovietica nel 1939, dove morirono il marito e la figlia, vittime delle persecuzioni del regime di Stalin. Morì nel 1941,all’esplodere del secondo conflitto mondiale. Molte le sue opere tradotte in italiano.

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